Festa della Donna

A tutte le 𝐃𝐨𝐧𝐧𝐞, tanti auguri! 🌼

Vogliamo celebrarvi con un racconto inedito di Argentario e il tempo che fu

𝐈 𝐒𝐞𝐧𝐚𝐥𝐢𝐧𝐢

𝐿𝑒 𝑑𝑜𝑛𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝐴𝑟𝑔𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜

Nella seconda metà degli anni ’40, appena finita la guerra, al paesello la vita era davvero complicata. Case distrutte dai bombardamenti, poco lavoro e tanta miseria. La nostra gente 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑏𝑢𝑡𝑡𝑜̀ 𝑑𝑖 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑡𝑡𝑜, si rimboccò le maniche e cominciò a sistemare quel poco che era rimasto. I nostri uomini però, dopo le ristrettezze della guerra, desideravano il meglio per i loro cari. Il lavoro scarseggiava ed era mal pagato così in molti presero la 𝑉𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒 e si imbarcarono sui mercantili. Era una vita dura, 𝑎 𝑙𝑖 𝑠𝑏𝑟𝑢𝑓𝑓𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒, tanti sacrifici lontani dalla famiglia anche due o tre anni, senza mai tornare a casa, aspettando notizie via posta, interminabili lettere che spesso tardavano ad arrivare!

𝑬 𝒍𝒆 𝑫𝒐𝒏𝒏𝒆?

𝑀𝑜𝑔𝑙𝑖𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑛𝑎𝑖𝑜 𝑓𝑎 𝑙𝑎 𝑓𝑢𝑛𝑔𝑎 recitava un nostro proverbio, ma per loro le giornate non bastavano mai. C’era sempre da fare: curare la famiglia, assistere gli anziani, sistemare il piccolo pezzetto di terra, “la vigna”. Tra mille responsabilità dovevano fare da madre e padre per i loro figli, risparmiando su tutto per mettere da parte soldi magari per comprare una casa o garantire il futuro ai piccoli che crescevano. Verso la fine del 1948 anche il mio babbo decise di imbarcarsi per costruire una casa per la famiglia, moglie e due figli. Tornò dopo quasi tre anni, i bimbi stentavano a riconoscerlo! Babbo subito si mise all’opera e costruì la casa sotto alla Fortezza così la famiglia, fino ad allora ospite dai nonni, si trasferì. Già pensava di non tornare più per mare, voleva godersi le gioie della famiglia ma…Diva si accorse di aspettare un’altra creatura. Servivano più soldi e Domenico nell’aprile del 1954 partì di nuovo. E qui comincia la mia “storia”…Era una calda mattina di fine settembre 1954, precisamente il 28, Diva si aggirava tra i banchi del mercato di Via Sebastiano Lambardi, doveva comprare la stoffa per cucire i “senalini” della scuola ai suoi due bimbi. Il maschietto avrebbe frequentato la prima elementare e la bimba la seconda. Mentre pagava dette un’occhiata nel portafoglio, per fortuna era quasi pieno infatti da poco era finalmente arrivata la paga di Domenico così decise di comprare un paio di ghettine per la nuova creatura che presto sarebbe arrivata in casa. Il giorno dopo si alzò presto: le cose da fare erano tante! Iniziò subito a tagliare la stoffa pensando al suo Domenico che era lontano imbarcato sull’Orfeo, una nave mercatile. Poi si svegliarono i bimbi e la giornata passò in fretta con mille cose da fare. Il giovedì riuscì ad imbastire i 𝑠𝑒𝑛𝑎𝑙𝑖𝑛𝑖, nel frattempo Domenico era in navigazione nel canale di Panama e pensava alla famiglia chiedendosi: “Oggi è il 30 Settembre, chissà se Diva avrà partorito”. Arrivò il primo giorno di scuola e i due bimbi accompagnati dal nonno si avviarono verso la scuola del Pianetto purtroppo senza senalini, ancora non erano pronti! Il sabato Diva si svegliò prestissimo, nella piccola via del centro storico però già c’era movimento, i somari ragliavano nelle stalle mentre i contadini preparavano i 𝑏𝑖𝑔𝑜𝑛𝑐𝑖 per andare alla vigna a raccogliere gli ultimi grappoli rimasti sulle viti. La creatura scalciava nel pancione, ma la donna si mise subito all’opera davanti alla sua preziosa macchina Singer: i senalini andavano finiti! Quando lo spazzino suonò la trombetta iniziò a sentire qualche doloretto, ma scese faticosamente le scale del portone per buttare l’immondizia, poi svegliò i bimbi per la scuola e tornò a cucire. Lavorò tutto il giorno col pensiero rivolto a Meco in navigazione vicino il 𝐶𝑎𝑛𝑎𝑑𝑎̀.Intanto Domenico a bordo della nave si svegliò per il turno di guardia e pensò al sogno appena fatto: Diva aveva partorito una femmina! Sorridendo si appuntò sulla cuccetta quella data: era domenica 3 Ottobre. Nel frattempo Diva tra un dolore e l’altro dava gli ultimi ritocchi ai senalini. Nel pomeriggio i dolori diventarono più frequenti così Diva spaventata mandò i bimbi a chiamare Nonna Assuntina in Via del Forte. Nonna arrivò di corsa brontolando per non essere stata chiamata prima, poi spedì Nonno Orlando a chiamare la levatrice. In casa c’era un gran trambusto, ad una ad una arrivarono tutte le donne della famiglia, ma la balia tardava… Si ruppero le acque, Diva era terrorizzata. Finalmente tornò Nonno, era tutto sudato e sul punto di piangere, la levatrice era in piazza al circo, ma lui l’aveva trovata! Arrivò la signora Ines e con la sua esperienza organizzò tutto riportando la calma. Verso le 22 un vagito prolungato spaventò i gatti che popolavano Via Stella: era nata Delia! Il parto era stato lungo e difficile, Diva stremata ma felice già pensava alla lettera che avrebbe scritto a Domenico per annunciargli il lieto evento. Delia era biondissima, paffutella con la pelle candida, Diva, mora e scura di pelle, stentava a crederla sua figlia! Dai piedi del letto, Nonna Nunziata disse che Babbo Domenico alla nascita era proprio così, solo gli occhi erano diversi, infatti la piccola aveva gli occhi azzurri di Diva. La mamma rassicurata si addormentò, stanca ma contenta, osservando i senalini pronti e stirati, ancora appesi allo sportello dell’armadio.